RECENSIONE
La raccolta di testi di argomento religioso Attesa di Dio di Simone Weil, edito da Adelphi, è un’opera che si insinua nell’anima del lettore come un sussurro di antiche saggezze ed essenziali riflessioni. Con le parole di Weil, si aprono varchi che conducono verso l’invisibile, l’ineffabile, e l’attesa stessa diventa un viaggio interiore.
L’autrice, filosofa, mistica e attivista francese del Novecento, elabora con questo testo una meditazione profonda ed esemplare sulla presenza di Dio nella vita dell’uomo e sull’importanza dell’attesa, non solo come un intervallo di tempo tra il desiderio e la sua realizzazione, ma soprattutto come strumento essenziale di conoscenza e di comunione con il divino.
Utilizzando una prosa cristallina, densa di significato e punteggiata da intuizioni luminose, Weil invita il lettore a riflettere sul significato profondo dell’attesa, intesa non solo come un momento temporaneo di speranza e di ansia, ma anche, se non soprattutto, come una condizione esistenziale che permea ogni istante dell’esistenza umana. L’attesa diventa un luogo di incontro tra l’uomo e Dio, un’occasione per lasciare che il divino si manifesti nella vita di ognuno e lo trasformi radicalmente.
Weil esplora con acume e sensibilità le diverse sfaccettature dell’attesa del divino, mettendo in luce la sua dimensione di desiderio irrefrenabile e di riconciliazione con la condizione umana; ferita e fragile. Attraverso un dialogo serrato con le Scritture e con i fondamenti della tradizione cristiana, l’autrice illustra l’attesa come un atto di fiducia e di silenziosa contemplazione, aprendo così la porta ad una nuova condizione e dimensione di pienezza e di pace interiore.
Nel suo viaggio filosofico, Weil percorre fitte foreste di conoscenza, pianure di contemplazione e vette di illuminazione. La sua visione del mondo è profondamente radicata nella spiritualità, eppure aperta al dialogo essenziale con la ragione. Come un alpinista sulla cima di una montagna, il pensiero, secondo la Weil, abbraccia l’intero panorama e, pur senza cercare alcunché, è sempre pronto ad accogliere la verità.
Ma Attesa di Dio non è solo un saggio teologico, filosofico o mistico, è anche un testo di straordinaria bellezza letteraria, che incanta ed emoziona con le sue immagini suggestive e la sua vibrante ricchezza estetica e riflessiva. È un libro che sfida le convenzioni e apre nuove prospettive sulla spiritualità e sulla ricerca del senso ultimo dell’esistenza. Simone Weil traccia con maestria un percorso di profonda introspezione e di apertura all’infinito, esplorando le più profonde aspirazioni dell’essere umano, lasciandosi trasportare dallo slancio della spiritualità religiosa.
In conclusione, Attesa di Dio è un libro immenso, un capolavoro del secolo scorso, un invito a guardare oltre l’apparenza delle cose e a immergersi nell’essenza di esse. Le pagine di Weil sono come finestre aperte su mondi invisibili, e leggerle è come respirare l’aria rarefatta delle vette delle più alte montagne. Attesa di Dio è un viaggio straordinario attraverso le pieghe dell’animo umano, è l’arduo cammino verso la comunione con il divino. Con questo saggio, Simone Weil entra a pieno titolo tra le figure più importanti e irrinunciabili del Novecento, una luce di bellezza e conoscenza che illumina parte delle tenebre che abitano l’essenza e l’esistenza umana. Un’attesa fondamentale, sublime, affascinante.
Titolo: Attesa di Dio
Autore: Simone Weil
Curatore: Maria Concetta Sala
Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Anno edizione: 2024
Formato: Tascabile
In commercio dal: 16 febbraio 2024
Pagine: 350 p.
Simone Adolphine Weil, di ricca famiglia ebraica che le impartì un’educazione raffinata e severa, fu allieva di Alain di cui subì profondamente l’influsso.
Dopo essersi laureata in Filosofia all’École Normale Supérieure, insegna fra il 1931 e il 1938 nei licei di varie città di provincia. Nell’inverno del 1934 abbandona l’insegnamento per lavorare come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi (per poter “parlare della causa operaia con cognizione di causa”), lavorando nelle officine Renault come operaia per circa otto mesi.
Testimonianza di questa esperienza, che ebbe gravi conseguenze per la sua salute, sono il diario e le lettere raccolte sotto il titolo La condizione operaia (La condition ouvrière, 1951). Militante dell’estrema Sinistra rivoluzionaria, comunista antistalinista, partecipa alle Brigate Internazionali nella guerra civile spagnola. Affetta da tubercolosi, muore nel sanatorio di Ashford il 24 agosto del 1943, all’età di soli 34 anni.
Le sue opere vengono pubblicate postume e iniziano ad essere tradotte in italiano nei primi anni Cinquanta. La Weil sviluppò un suo pensiero religioso, vicino al cristianesimo, nutrito della tradizione greca e orientale e minacciato da un angoscioso agnosticismo.
Tra le sue opere, per lo più di argomento etico, politico e religioso, pubblicate tutte postume, ricordiamo L’ombra e la grazia (La pesanteur et la grâce, 1947), Attesa di Dio (Attente de Dieu, 1950), La conoscenza soprannaturale (La connaissance surnaturelle, 1950), Lettera a un religioso (Lettre à un religieux, 1951), La Grecia e le intuizioni precri stiane (Intuitions pré-chrétiennes, 1951), Quaderni (Cahiers, 3 voll., 1951-56), La fonte greca (La source grecque, 1953), Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale (Oppression et liberté, 1955), sui problemi del marxismo.