Black Bag – Amare è la missione più rischiosa di tutte

“Black Bag” è un film del 2025 diretto da Steven Soderbergh, sceneggiatura di David Koepp, con Michael Fassbender, Cate Blanchett, Pierce Brosnan, Tom Burke e Marisa Abela.

Il genere spy story ci ha insegnato alcune regole, o meglio: l’assenza di regole. La fiducia è sempre fragile, la verità è spesso nascosta, e una buona spia si salva soltanto utilizzando intelligenza e intuito. Raramente può permettersi di provare sentimenti o addirittura avere una famiglia. “Black Bag” parte da un’eccezione: due spie sposate da vent’anni. Quando il sospetto entra in casa, la domanda è inevitabile: si può mettere a rischio l’amore di una vita per salvare il proprio Paese?

Steven Soderbergh costruisce una storia fatta di silenzi, sospetti e tensione controllata. Il suo stile è inconfondibile: asciutto, elegante, sempre più vicino al teatro che al cinema d’azione. In questo film sceglie di eliminare quasi del tutto l’action, puntando su dialoghi, sugli sguardi; evidenziando le impercettibili crepe che si creano sempre in tutti i rapporti umani. “Black Bag” è una spy story sofisticata, ma anche una riflessione sull’identità, sulla fedeltà, e su ciò che resta quando la fiducia si rompe. 

Fassbender e Blanchett reggono il film con grazia e presenza. Sono intensi, misurati, credibili. Il loro rapporto, fatto di tensione sottile e dolore trattenuto, è il vero cuore pulsante della narrazione. I personaggi secondari, pur ben interpretati, restano più sfumati, quasi di contorno. Funzionano nella dinamica della cena, ma non lasciano un segno tangibile. Servono a costruire il puzzle, ma restano in secondo piano.

L’indagine di George è lenta, cerebrale. La posta in gioco è altissima, ma il ritmo è compassato, a volte quasi distaccato. La tensione è suggerita più che vissuta, e il rischio è che lo spettatore faccia fatica a entrare nel giusto mood. I colpi di scena ci sono, ma non sempre fanno centro. Alcuni momenti sembrano più pensati per stupire che per emozionare ed è un vero peccato.

Anche se il minutaggio è contenuto (1h e 33 min), il film sembra più lungo di quanto non sia realmente. Il ritmo verbale e l’intreccio, per quanto raffinati, danno una sensazione di freddo controllo. Si percepisce l’intelligenza e la maestria della regia, ma in lunghi tratti manca un coinvolgimento profondo.

“Black Bag” è un film insolito: classico nella struttura, ma atipico nell’esecuzione. Una spy story senza inseguimenti, dove tutto si gioca sul filo dei silenzi, degli sguardi e delle sensazioni. In un mondo fatto di bugie, agenti doppi e segreti di Stato, l’unico vero pericolo è l’amore. Perché amare davvero è la missione più rischiosa di tutte.

SINOSSI

Londra. L’agente segreto George Woodhouse ha una settimana per scoprire chi ha fatto trapelare informazioni su Severus, un software top-secret. Tra i cinque sospetti c’è anche sua moglie, Kathryn. Per smascherare il traditore, George organizza una cena a casa sua, invitando gli altri quattro colleghi: Clarissa, specialista in immagini satellitari; Freddie, suo compagno e superiore; Joe, psichiatra dell’agenzia; e James, agente e fidanzato di Joe. George droga il cibo per abbassare le loro difese e ottenere risposte. La stessa sera, però, Meacham – suo superiore – muore d’infarto. Quando George trova un biglietto del cinema nascosto nella spazzatura, i sospetti su Kathryn aumentano. Ma è davvero lei la traditrice? Oppure c’è un piano più grande in corso? Diviso tra amore e dovere, George dovrà decidere a chi dare fiducia.

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