Titolo: Eretiche. Donne che riflettono, osano, resistono.
Autore: Adriana Valerio
Editore: Il Mulino Collana:
Intersezioni Anno edizione: 2022
In commercio dal: 7 aprile 2022
Pagine: 168 p., Brossura
Adriana Valerio, storica e teologa, è docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all’Università “Federico II” di Napoli. È stata presidente dell’Associazione femminile europea per la ricerca teologica e della Fondazione Valerio per la storia delle donne. Tra le fondatrici del Coordinamento Teologhe Italiane, è attualmente direttrice della collana internazionale “La Bibbia e le donne”. Da più di vent’anni si occupa della ricostruzione della presenza delle donne nella storia cristiana. Tra le sue opere: Cristianesimo al femminile (Napoli, 1990); Donna potere e profezia (Napoli, 1995); I sermoni di Domenica da Paradiso (con Rita Librandi; Firenze, 1999); Madri del Concilio. Ventitré donne al Vaticano II (Roma, 2012); “Carche di dolore e bisognose d’aita”. La Cronaca di Fulvia Caracciolo, monaca di S. Gregorio Armeno (1580) (Napoli, 2013). Ha inoltre curato Donne e Bibbia. Storia ed esegesi (Bologna, 2006); Archivio per la Storia delle donne, 7 voll. (Napoli; poi Trapani, 2004-2011); Donne e Bibbia nel Medioevo (con Kari E. Børresen; Trapani 2011). Con Feltrinelli ha pubblicato Le ribelli di Dio. Donne e Bibbia tra mito e storia (2014).
Profetesse, mistiche, false sante, streghe, riformatrici, libere pensatrici animano il vasto popolo delle eretiche, di quante si sono ribellate in cerca di verità.
Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L’eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne – dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d’Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell’Anticoncilio del 1869 e alle moderniste – tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.
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L’autrice ricompone le vicende delle molte donne coraggiose e indipendenti che, giudicate non in linea con le direttive dell’ortodossia cattolica, hanno osato fronteggiare i tribunali ecclesiastici, venendo per tale ragione oppresse, scomunicate, imprigionate, uccise.
Già nell’introduzione ne presenta stringatamente alcune: “Il primo giugno 1310 venne bruciata una giovane filosofa, la beghina di Valenciennes Margherita Porete; nel 1524 la mistica Isabel de la Cruz fu processata e successivamente condannata all’ergastolo dall’Inquisizione di Toledo; a metà del Seicento furono deportate le colte suore gianseniste di Port-Royal dall’arcivescovo di Parigi; nel 1912 fu considerato pericoloso e messo all’Indice dei libri proibiti l’opera della “teologhessa inquieta” Antonietta Giacomelli che voleva sollecitare una riforma liturgica nella Chiesa”.
Donne: aristocratiche, plebee, vergini, maritate, suore, dichiarate pubblicamente eretiche. Gli autori di testi canonici, i detentori dell’ortodossia all’interno del cristianesimo erano ovviamente di sesso maschile, mentre alle donne veniva destinato un ruolo accessorio sia nell’elaborazione teorica sia nella pratica sociale.
Eppure, spunti di critica ideologica, audaci contestazioni dei ruoli di potere, esperienze di fede non tradizionali furono elaborate da menti femminili, e regolarmente occultate o addirittura derise: “donne messe al bando o condannate come deviate, eretiche, streghe, sovversive, isteriche e altro, a seconda di come sono state stigmatizzate nelle varie epoche storiche”.
Adriana Valerio analizza le vicende tormentate e dolorose che hanno caratterizzato i rapporti tra l’universo femminile e il cristianesimo, già a partire dai suoi albori: istituzionalizzandosi, il cristianesimo accentuò la rappresentazione filosofica di una trascendenza legata al potere, in cui ogni elemento di pluralità e ogni aspetto di femminilità veniva marginalizzato, con un Dio definito come sovrano assoluto, intollerante ed esclusivo.