Il figlio dell’uomo

Dopo essersi aggiudicato a soli 26 anni il Goncourt per l’opera prima con Un’educazione libertina, Jean-Baptiste Del Amo riprende a esplorare i temi che sono il cuore della sua scrittura: la trasmissione della violenza da una generazione all’altra; il confronto del mondo infantile con la brutalità del mondo adulto; l’ineluttabilità degli eventi che corrono verso un epilogo tragico inscritto nella natura dell’esistenza umana.

Il nuovo romanzo dell’autore di Regno animale è una corda tesa
Le Monde
«Violento, aspro, tragico come la montagna e la foresta in cui si svolge il confronto tra padre, madre e figlio»
Le Soir
«Del Amo sa indiscutibilmente ordire romanzi a grandi campate ed è capace di svisceramenti della lingua del tutto eccezionali».
ttl – La Stampa

Un uomo torna dopo anni di assenza e porta moglie e figlio nell’oscuro ventre di una montagna, in una casa tetra in cui viveva con il padre, impazzito.

Attorno a questi personaggi senza nome si svolge, in questo potente romanzo, l’antica tragedia che, da tempo immemorabile, va in scena nel crudele teatro della vita famigliare. In quella casa dalle imposte sgangherate e dal tetto in ardesia coperto da un telone nero, l’uomo non potrà, infatti, sfuggire al suo destino: ripetere la violenza del padre-padrone che ha caratterizzato la sua infanzia, nell’istante in cui la donna mostrerà i segni della nuova vita germogliata in sua assenza.

E alla donna e al figlio spetterà ancora una volta l’antico compito di proteggersi a vicenda, quando in quel luogo inghiottito dalle montagne, tra drammi passati e segreti inconfessati, irromperà la follia dell’uomo.

FacebookTwitterLinkedInInstagramYouTubeTelegramTikTok