Il patto. La trattativa fra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato

Luigi Ilardo è per tutti un boss temuto e rispettato, già capo di un potente e strategico clan; Michele Riccio è un colonnello dei carabinieri. Si incontrano come due fantasmi, soprattutto di notte, tra il 1994 e il 1996, perché il primo nel frattempo è diventato un infiltrato con un nome di copertura, la fonte “Oriente”. È lui a poter mettere finalmente termine alla lunga latitanza di Bernardo Provenzano. Ma il boss sembra imprendibile, ha protezioni troppo in alto, e anche quando le forze dell’ordine – grazie a Ilardo – sono a un passo dal covo, sorprendentemente lasciano correre e se ne vanno. Una vicenda che segna uno dei capitoli più oscuri della storia italiana recente.

Ilardo parla di patti e di arresti di capimafia (“In Sicilia i capi o muoiono o si vendono”). Fa i nomi. Prima di chiunque altro rivela l’esistenza di una trattativa fra lo Stato e la mafia proprio mentre questa si sta svolgendo. Sembra un film ma è una storia vera. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi e all’inizio della Seconda repubblica. Un uomo d’onore al servizio dello Stato. Un libro che fa toccare con mano il disegno ignobile della trattativa, qui riproposto in una nuova edizione con un ampio saggio introduttivo di Sigfrido Ranucci.

“In queste pagine trovate il racconto di un uomo di mafia – Luigi Ilardo infiltrato nella sua stessa organizzazione, che già a partire dal 1993 aveva rivelato l’esistenza di una trattativa, proprio mentre questa si stava dipanando. Ilardo racconta, come leggerete, che dietro le stragi e gli omicidi eccellenti non c’era solo la mano della mafia, c’era anche quella dei servizi segreti, della massoneria deviata e della destra eversiva.”
Dal nuovo saggio introduttivo di Sigfrido Ranucci, novembre 2022

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