Un tris di capolavori della letteratura giapponese

Yasunari Kawabata (1899-1972) è stato uno scrittore giapponese, considerato uno dei più grandi maestri della letteratura moderna. Noto per la sua prosa poetica e delicata, Kawabata ha esplorato temi universali come la bellezza, la morte, la solitudine e l’impermanenza, intrecciandoli con la cultura e le tradizioni giapponesi. La sua bibliografia, ricca di simbolismi e suggestioni, ha avuto un’influenza profonda sulla letteratura mondiale e gli è valsa il Premio Nobel per la Letteratura nel 1968.

Rimasto orfano in giovane età e cresciuto con i nonni a Kyoto, città che ha profondamente influenzato la sua sensibilità artistica, Kawabata inizia la sua carriera letteraria negli anni ’20, pubblicando racconti e romanzi brevi. Le sue prime opere risentono dell’influenza del naturalismo, corrente letteraria che privilegiava la descrizione oggettiva della realtà.

Con il passare degli anni, Kawabata sviluppa uno stile personale che unisce la precisione del realismo a una profonda introspezione psicologica. Le sue opere divennero più simboliche e introspettive, esplorando la precarietà della vita, la malinconia del tempo che passa e la ricerca di una bellezza effimera. Tra i suoi romanzi più celebri Mondadori ha deciso di ripubblicare tre veri e propri capolavori della letteratura mondiale: “La danzatrice di Izu” (1926), “La casa delle belle addormentate” (1954) e “Il lago” (1954).

La danzatrice di Izu è un autentico viaggio spirituale. Il protagonista, un io narrante senza nome, intraprende un’escursione solitaria nella penisola di Izu, spinto dal desiderio di sfuggire alla monotonia della vita cittadina e di ritrovare un contatto con la natura. Durante il suo cammino, incontra una giovane danzatrice itinerante, Komako, che lo affascina con la sua bellezza fragile e la sua malinconica vitalità.

L’incontro con Komako rappresenta per il protagonista una sorta di rinascita, un’occasione per riflettere sulla propria esistenza e sui suoi desideri più profondi. La giovane danzatrice, simbolo della bellezza effimera e della caducità della vita, diventa per lui una musa ispiratrice, stimolandolo a confrontarsi con le sue paure e le sue fragilità.

La casa delle belle addormentate“, invece, è un’esplorazione dell’abisso rappresentato della psiche umana. Protagonista del romanzo è Eguchi, un uomo anziano e disilluso che frequenta una casa speciale, un luogo di perdizione dove uomini anziani pagano per trascorrere la notte accanto a giovani donne addormentate da un narcotico. In questo ambiente surreale e decadente, Eguchi si ritrova attratto da una delle belle addormentate, Tomoè, una giovane donna che incarna per lui un ideale di bellezza eterea e inaccessibile.

Ne “Il lagoKawabata affronta temi essenziali, come la memoria e il tempo. Shimamura, un professore universitario in pensione, decide di trascorrere un periodo di riposo nella sua città natale, un luogo che ha segnato la sua infanzia e giovinezza. Immerso nella bellezza del paesaggio lacustre, Shimamura si ritrova a rivivere ricordi del passato, tra cui l’amore giovanile e mai sopito per una donna chiamata Komako e il tragico annegamento del padre nel lago.

In tutte e tre le opere lo stile di Kawabata è poetico e suggestivo, caratterizzato da una prosa densa e ricca di metafore. L’autore utilizza un linguaggio evocativo e sensuale, creando così un’atmosfera onirica e malinconica che avvolge completamente il lettore. Un autore eccezionale, profondo conoscitore dell’estetica giapponese e riferimento fondamentale per la letteratura orientale. Un maestro indiscusso della narrativa moderna.

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