Un film che è una riuscitissima dichiarazione d’amore

“L’invenzione di noi due” è un film diretto da Corrado Ceron, sceneggiato da Federico Fava, Valentina Zanella, Matteo Bussola e Paola Barbato, e basato sull’omonimo romanzo di Matteo Bussola pubblicato da Einaudi nel maggio del 2020.

Il cast è composto da Lino Guanciale, Silvia D’Amico, Francesco Montanari, Paolo Rossi, Diego Facciotti, Emanuele Fortunati ed Elisabetta De Gasperi.
Il film è stato presentato in anteprima al Taormina Film Fest.

Qualche sera fa ho rivisto con piacere in tv un film di Carlo Verdone intitolato: “L’amore è eterno, finché dura”. Una commedia agrodolce sulla crisi e la fine di un matrimonio, dovuti a nuovi bisogni ed emozioni sorti in una coppia di mezza età. Il matrimonio ci viene raccontato inizialmente come il coronamento di un sogno amoroso, la celebrazione di un vincolo sacro e poco che, con il passare del tempo, si trasforma in una prigione senza possibilità di uscita.

L’amore vero, il trovare l’anima gemella è diventata ormai una ricerca in stile “Sacro Graal”, che ha dato spunto a parecchi registi e sceneggiatori. Nessuno, ad oggi,  può stabilire con assoluta certezza quali siano le regole per far funzionare un matrimonio e mantenere, almeno parzialmente, la passione che spinse due giovani innamorati a giurarsi amore eterno.

È possibile sposare l’anima gemella e vivere per sempre felici e contenti?

Sembrerebbe proprio di no, visto che sovente il matrimonio entra in crisi dopo anni di silenzi, reciproca indifferenza, lento quanto inesorabile logoramento emotivo. Quanti romanzi, film, serie tv hanno raccontato questo “lungo e diluito addio” con toni drammatici, ironici o melanconici.

Quando nel 2020 lessi il romanzo di Matteo Bussola, che ovviamente non conoscevo come autore, scrissi “…è stata complessivamente una felice scoperta letteraria”. Ricordo altresì che leggendo il romanzo, immaginavo le scene descritte già sul grande schermo. Evidentemente anche il regista Corrado Ceron avrà pensato la stessa cosa, decidendo di realizzarne un adattamento cinematografico, coinvolgendo nella stesura della sceneggiatura lo stesso Matteo Bussola.

Il più delle volte l’adattamento delude le aspettative, svilendo la bellezza del romanzo. Ma, fortunatamente, in questo caso possiamo affermare che ci troviamo davanti ad una piacevole e convincente eccezione alla regola!

“L’invenzione di noi due” è un romantico e malinconico affresco di un irriducibile marito innamorato, che non riesce ad accettare la dura realtà.

“L’invenzione di noi due” va visto, da un lato, come una sorta di “Cyrano de Bergerac” per coppie sposate in crisi e dall’altro come una versione 3.0 del celebre film “C’è posta per te”.

Lo spettatore deve prepararsi a vivere un divertente e buffo gioco di seduzione letterario in cui Milo, il nostro protagonista, spera di salvare il proprio matrimonio, riaccendendo l’interesse dell’amata moglie Nadia.

Milo ama Nadia come fosse il primo giorno, un amore nato “letteralmente” sui banchi del liceo e causalmente concretizzatosi anni dopo, in età adulta. La scrittura ha unito Milo e Nadia, seppure il primo sia diventato cuoco, nonostante gli studi universitari di architettura e la seconda abbia inseguito il sogno di scrivere il romanzo della vita. Milo non vuole rassegnarsi all’idea che il loro amore sia cambiato, disperso e probabilmente esaurito. Così mette per iscritto i propri pensieri, i propri timori, le proprie frustrazioni e realizza per la prima volta come la propria prospettiva sul matrimonio sia poco realistica e soprattutto incompatibile con quella di Nadia.

Lo spettatore, nei continui scambi di mail, sarà il terzo incomodo. Assisterà ad un vero e proprio crescendo di emozioni, commozione e coinvolgimento assoluto, che porteranno ad un finale forse eccessivamente debole e prevedibile.

Il merito di questa felice e spontanea connessione tra lo spettatore e i protagonisti, va equamente distribuita tra i due interpreti: Lino Guanciale e Silvia D’Amico. Interpretare i protagonisti in questo film, avrebbe potuto essere “una vera trappola attoriale”, visto che il rischio di scadere in un’interpretazione melensa e/o far diventare il tutto inverosimile e caricaturale era davvero molto alto. Invece, i due interpreti si sono rivelati bravi e capaci nel mantenere equilibrata la loro performance, gestendo i toni e le emozioni in maniera egregia, seguendo una solida scrittura e una regia attenta e capace. La coppia Guanciale-D’Amico convince a pieno. Funziona perché ha evitato attentamente sovrastrutture recitative inutili e fastidiose, dando prova di una buona alchimia, sia umana che attoriale.

L’adattamento cinematografico di Corrado Ceron segue fino alla fine l’impianto narrativo del romanzo, sorprendendo lo spettatore con un finale inaspettato, ma forse più giusto e coerente con la realtà. Un finale dal sapore “dolce-amaro”, per chi già pregustava un classico termine grondante romanticismo. 

“L’invenzione di noi due” è una ballata sull’amore, un alternarsi d’emozioni e ricordi ben strutturata e calibrata nei toni e nel ritmo. Un velato suggerimento a tutti quegli spettatori che magari sono in crisi con il proprio partner, ad affidarsi al potere della scrittura per risvegliare la passione sopita dalla noia del quotidiano.

SINOSSI

“L’invenzione di noi due”, film diretto da Corrado Ceron, racconta una storia d’amore, che dopo vent’anni, sembra ormai giunta al capolinea. Eppure, come si può smettere di amare una persona dopo che si è stati una cosa sola così a lungo? Milo (Lino Guanciale) se lo chiede continuamente e cerca di riconquistare Nadia (Silvia D’Amico) nello stesso identico modo in cui si sono conosciuti, ovvero scrivendole, ma, in questo caso, fingendo di essere un altro uomo.

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