Longlegs – Chi ha paura di Nicolas Cage?

“Longlegs” è un film del 2024 scritto e diretto da Oz Perkins, con Nicolas Cage, Alicia Witt, Maika Monroe, Blair Underwood, Micehelle Choi-Lee, Dakota Daulby, Lauren Acala, Kiernan Shipka, Maila Hosie, Jason William Day, Lisa Chandler, Rryla McIntosh, Carmel Amit, Charles Jarman, Erin Boyes.

È più affascinante, vantaggioso, conveniente, semplice farsi tentare, sedurre dal Male che seguire la via del Bene. L’uomo fin dall’episodio biblico di Adamo ed Eva, si è dimostrato incapace di opporsi alle tentazioni di Satana. Se il Bene deve essere cercato, purtroppo il Male è ovunque, nascosto abilmente, financo in un bel giocattolo, e pronto a sfruttare ogni situazione. Un preambolo doveroso e utile per spiegare ed evidenziare come anche la Settima Arte sia stata ed è tutt’ora spesso tentata di raccontare e mostrare il potere seduttivo del Male. Il box office premia sempre un certo genere di film, trasformandoli in dei veri e propri cult; come ad esempio: Seven, Il Silenzio degli Innocenti, il Tocco del Male e tanti altri.

“Longlegs” di Oz Perkins, accompagnato da un’efficace ed incisiva campagna marketing ha suscitato interesse e curiosità nello spettatore prima ancora di mostrarsi nelle sale. Il successo negli States e poi nel resto del mondo, ha portato la stampa a definire “Longlegs” come “il nuovo Silenzio degli innocenti”. Si esagera spesso nella vita, ma non quanto la critica cinematografica nel lanciarsi in certe iperboli.

“Longlegs” non è una novità né sul piano narrativo, né creativo, né della messa in scena, ma segue diligentemente le classiche linee guida del genere di riferimento. Eppure il tutto è migliorato e impreziosito dalle incredibili interpretazioni dell’intero cast, guidato da un formidabile e irriconoscibile Nicolas Cage; qui nei panni di un diabolico costruttore di bambole.

Oz Perkins si dimostra bravo e lungimirante nell’omaggiare film e personaggi celebri, riadattandoli in un giallo sovrannaturale/religioso che si lascia guardare con piacere, mantenendo un buon ritmo e un’ottima coerenza narrativa. La decisione di dividere la pellicola in tre parti: Le sue lettere, Tutte le tue cose, Birthday Girls, si rivela complessivamente convincente e stimolante, almeno per quanto riguarda le prime due parti; con una terza un po’ più debole e prevedibile.

Maika Monroe, nelle vesti del neo agente Fbi, riesce ad essere credibile, dando spessore e forza al personaggio. Un’interpretazione, la sua, fortemente riuscita e ricca di momenti esaltanti, ma che non deve però far scomodare interpretazioni iconiche come quella di Jodie Foster ne “Il silenzio degli innocenti”.

In conclusione “Longles” è un ottimo film, dalla sceneggiatura e dalla messa in scena solide, con prove attoriali di alto livello che riescono a trasmettere la giusta dose inquietudine e angoscia. Dopo aver visto “Longlegs”, vivrete i compleanni e guarderete le bambole da una prospettiva decisamente più diabolica e paurosa rispetto al passato.

SINOSSI

Anni ’90; la giovane agente del FBI Lee Harker (Maika Monroe), poca esperienza ma molto intuito, è reclutata dal veterano agente Carter (Blair Underwood) per indagare su una serie di brutali omicidi-suicidi avvenuti nell’Oregon. Tra le vittime ci sono degli elementi in comune: il capofamiglia uccide tutti gli altri e poi si toglie la vita, mentre le figlie femmine assassinate festeggiano tutte il compleanno il 14 del mese. Anche la vita di Lee è tutt’altro che normale, vista la sua estrema paura degli altri e il suo tentativo di evitare qualunque contatto umano, a meno di essere costretta, come nel caso in cui Carter le fa conoscere sua moglie e sua figlia piccola. Intanto, dopo ogni omicidio vengono rinvenute delle lettere dai caratteri incomprensibili in cui è riconoscibile soltanto la firma: Longlegs. Lee inizia così a decifrare queste lettere facendosi aiutare dal suo sesto senso, e nel corso delle indagini viene a galla che l’agente ha avuto un legame con il killer. Nonostante tutto, è proprio questa rivelazione a spingerla in maniera ancora più ossessiva nel tentativo di risolvere il caso.

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