Nero di Londra. Da Caporetto alla marcia su Roma: come l’intelligence militare britannica creò il fascista Mussolini
di Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino
Editore: Chiarelettere
Collana: Principioattivo
Anno edizione: 2022
In commercio dal 4 ottobre 2022
Pagine: 256 p., ill. , Brossura
Mario José Cereghino, saggista ed esperto di archivi anglosassoni, ha pubblicato vari studi di
storia contemporanea e ha collaborato con i quotidiani il manifesto, Il Piccolo, la Repubblica, La
Vanguardia di Barcellona.
Giovanni Fasanella, giornalista e ricercatore, ha pubblicato libri sul dietro le quinte della storia
contemporanea italiana con Einaudi, Mondadori, Rizzoli, Sperling & Kupfer.
Insieme hanno scritto, per Chiarelettere, i bestseller Il Golpe inglese (2011) e Colonia Italia
(2015), entrambi più volte ristampati e disponibili nell’edizione tascabile, e Il libro nero della
Repubblica italiana (2021).
“The Project”: è questo il nome che i servizi militari britannici danno al loro piano segretissimo per il controllo totale dell’Italia a partire dall’autunno 1917, subito dopo la catastrofe di Caporetto.
L’artefice di quel progetto eversivo è il tenente colonnello Sir Samuel Hoare, il capo del Directorate of Military Intelligence (Dmi) nel nostro Paese. La sua è una missione al limite dell’impossibile: impedire che l’Italia esca dalla guerra contro gli imperi centrali e, al contempo, porre le premesse di un sistema occulto basato su gruppi di potere trasversali fedeli alla Corona dei Windsor, garantendo così gli interessi vitali dell’Impero britannico nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Con l’assenso di Londra, dunque, Sir Hoare crea l’archetipo di un movimento politico e paramilitare che sfocia ben presto nei Fasci italiani di combattimento guidati da Benito Mussolini. È il prototipo della “strategia della tensione” come modello terroristico. Finanziato dal Secret Service sin dall’inizio del 1918 con il nome in codice di “The Count”, il futuro duce conquista il potere nell’ottobre 1922 e instaura un regime autoritario di massa che influenzerà lo scenario internazionale nel corso del Novecento. Grazie alle carte dell’archivio personale di Sir Samuel Hoare – declassificate nel 2001 e conservate nella biblioteca dell’Università di Cambridge, in Inghilterra –, Cereghino e Fasanella ricostruiscono in Nero di Londra una storia che, a cent’anni dalla Marcia su Roma, evidenzia per la prima volta le connessioni segrete tra Mussolini e i servizi d’intelligence di sua maestà e le gravi responsabilità dell’establishment conservatore del Regno Unito.
LIBRO INCHIESTA
Nel centenario della Marcia su Roma, il nuovo libro-inchiesta di FASANELLA e CEREGHINO mette in luce – carte e documenti alla mano – il ruolo che ebbero i servizi segreti britannici nell’ascesa al potere di Mussolini. I due autori hanno scovato documenti eclatanti e inediti nell’archivio personale del capo del DMI (Directorate of Military Intelligence), Sir Samuel Hoare, custodito nella biblioteca dell’università di Cambridge e declassificato nel 2001. A un secolo dagli eventi che hanno stravolto per il ventennio a seguire la storia d’Italia e dell’Europa intera, il testo getta luce su una serie di risvolti oscuri relativi all’ascesa mussoliniana e all’affermazione del fascismo e su numerosi particolari finora ignoti. Si tratta di un’inchiesta dirompente per l’unicità documentale e la forza delle rivelazioni sul sostegno dell’intelligence e dei conservatori britannici a Benito Mussolini.
DICONO GLI AUTORI
«Nonostante abbia combattuto contro l’esercito britannico in Africa durante la guerra, gli archivi mostrano come Mussolini dovette in parte la sua rapida ascesa al potere proprio agli ufficiali britannici che lo aiutarono a organizzare la sua marcia su Roma nel 1922», dichiara Giovanni Fasanella, co-autore di Nero di Londra. «Gli inglesi aiutarono a organizzare la marcia e a spingere Mussolini verso la presa di potere al fine di renderlo la figura chiave in un governo che sarebbe stato loro favorevole», aggiunge Fasanella al The Times.
Dopo la marcia del 1922, Sir Ronald Graham (ambasciatore inglese in Italia, ndr) incontrò Mussolini e inviò a Londra una brillante relazione sulla “disciplina” del duce. Mario Josè Cereghino afferma che la carriera del Duce tra il 1917 e il 1922 «non avrebbe preso la strada che conosciamo senza l’influenza del partito conservatore britannico».