The Apprentice – Il Vangelo secondo Donald Trump

“The Apprentice” è un film del 2024 diretto da Ali Abbas, scritto da Gabriel Sherman, con Sebastian Stan, Jeremy Strong, Maria Bakalova, Martin Donovan

Se vuoi vincere contro il tuo avversario, in qualsiasi settore, è necessario conoscere tutto di lui. In politica, quando un candidato appare agli occhi degli oppositori come espressione di corruzione, amoralità, menzogna e addirittura un potenziale pericolo per le istituzioni democratiche, la cosiddetta società civile si mobilita per allertare e mobilitare la coscienza collettiva.

Questo evento negli Stati Uniti, negli ultimi 8 anni, è accaduto per almeno due volte e a causa di un un’unica persona: Donald Trump. ll tycoon considerato da una parte dell’opinione pubblica come un impresentabile, un criminale, un ex presidente che ha fomentato la rivolta del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill e il corruttore della pornostar Daniels Storms per indurla al silenzio e accusa per la quale è tuttora sotto processo. Per non parlare poi della celebre “Trump Tower”, costruita grazie alle discusse esenzioni fiscali ottenute da sindaco di New York dell’epoca.

Una lista simile di accuse e processi sarebbe stata, per qualsiasi altro personaggio pubblico, la pietra tombale su qualsiasi tipo di aspirazione politica. Ma non per Donald Trump. Un uomo che, salvo colpi di scena, il 4 novembre cercherà la più incredibile delle rivincite, tentando di sconfiggere la vice presidente uscente Kamala Harris.

Tornando alla pellicola, già la scelta del titolo ha una duplice lettura: la prima è ovviamente l’apprendistato di Trump con Cohn, l’altra è una evidente citazione del reality show che Trump condusse per qualche anno, e che gli permise di far crescere in maniera considerevole la sua popolarità, soprattutto tra gli americani di ceto medio basso.

“The Apprentice” di Ali Abbas, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, si fa carico di raccontare i fatti e le motivazioni originarie che hanno trasformato un ragazzo timido e impacciato, schiacciato dall’ombra paterna, in un campione della menzogna e della manipolazione. Non a caso, il film inizia con filmato di repertorio del presidente repubblicano Richard Nixon che nega pubblicamente d’aver mai mentito, di aver mai fatto spiare i propri avversari politici e di aver tratto vantaggio dalla sua posizione di Presidente. Pochi mesi dopo, come sappiamo, Nixon sarà costretto alle dimissioni a causa del famosissimo caso Watergate.

L’incontro che ha cambiato la vita del giovane Donald Trump avviene quasi casualmente in un ristorante, quando viene invitato a sedersi al tavolo del magnetico e cortese signore che scopriamo essere Roy Cohn, un avvocato dai molteplici contatti, capace di condizionare la vita politica ed economica di New York. Cohn decide di prendere sotto la sua alla protettiva il giovane Donald, diventando il suo mentore e consigliere nell’ascesa inarrestabile del futuro Presidente degli Stati Uniti d’America. Roy Cohn, tanto per fare un esempio, userà tutte le sue conoscenze e influenze per impedire una causa che avrebbe provocato il fallimento dell’azienda edile di Trump Senior.

In precedenza abbiamo descritto il rapporto tra Roy Cohn e Donald Trump, come quello tra un mentore e un allievo, e infatti è proprio Roy ad insegnare a Donald le tre famose regole d’oro: attaccare, attaccare, attaccare; non ammettere niente, negare ogni cosa; dichiarare vittoria e non ammettere mai la sconfitta. Eppure Roy Cohn non è soltanto una figura d’insegnamento per il giovane Donald Trump, ma un vero e proprio padre. Un padre che forse Donald avrebbe voluto al posto del suo. A sua volta, Cohn, omosessuale mai dichiarato, vede in Donald il figlio mai avuto, e questo lo spinge a donargli la fiducia ed il sostegno mai concessi a nessun altro. L’ascesa economica di Donald, coincide con l’amore e poi il matrimonio con la modella cecoslovacca Ivana, corteggiata fino allo sfinimento. Una storia d’amore del genere, da copertina di magazine, alimenta il fenomeno Trump nell’opinione pubblica come l’uomo che realizza il sogno americano.

Ma se la prima parte del film mette in evidenza il potere seduttivo di Roy Cohn, la perdita “di innocenza” di Trump e l’amore tra il protagonista e Ivana, nella seconda parte il quadro si ribalta completamente. Donald Trump, nonostante i debiti, l’errore di espandersi troppo velocemente ed il ricatto della “mafia americana” per concludere i lavori della Trump tower, dimostra d’aver recepito e rielaborato gli insegnamenti di Roy Cohn, allontanando dalla sua cerchia ristretta proprio il suo mentore e padre putativo. Trump è diventato il personaggio Trump: inaffidabile, bugiardo, vanesio e irriconoscente.

Se nella prima parte Jeremy Strong nel ruolo di Roy Cohn domina la scena, come era giusto e prevedibile, con momenti di rara efficacia ed eleganza attoriale, la seconda parte è tutta di Sebastian Stan, che riesce magistralmente a rappresentare la trasformazione da brutto anatroccolo a uccello rapace di Trump. Stan evidenzia questo processo con un cambio radicale di postura, con lo sguardo, con i gesti, dando davvero la sensazione di avere di fronte un giovane Donal Trump.

In conclusione “The Apprentice” è un’opera davvero interessante, ben interpretata, anche se, ovviamente, non siamo di fronte ad un capolavoro del cinema. Un film che servirà agli elettori americani più giovani, per farsi un’idea delle origini del vecchio e probabile futuro presidente degli Stati Uniti.

SINOSSI

The Apprentice, segue l’ascesa di Donald Trump (Sebastian Stan). Siamo a New York tra gli anni Settanta e Ottanta e Trump è un giovane e ambizioso imprenditore. In quegli anni inizia la costruzione del suo gigantesco impero immobiliare, aiutato e consigliato dalla figura di Roy Cohn (Jeremy Strong), un avvocato newyorkese noto per aver lavorato con Joseph McCarthy durante la seconda “Paura Rossa”, periodo dell’anticomunismo negli Stati Uniti durante gli anni Cinquanta. Cohn diventa il mentore di Trump e grazie a lui vengono poste le fondamenta per la nascita di una dinastia fatta di potere, corruzione e inganno. Il film è centrato sul rapporto tra Cohn e Trump, in un periodo storico in cui l’ingresso del tycoon alla Casa Bianca è ancora molto lontano.

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